The Real: Edizione italiana (Italian Edition) by Kate Stewart

The Real: Edizione italiana (Italian Edition) by Kate Stewart

autore:Kate Stewart [Stewart, Kate]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788893128995
editore: Triskell Edizioni
pubblicato: 2021-01-10T23:00:00+00:00


17

Abbie

Lo stavo facendo. Stavo correndo tra i boschi, e non perché fossi inseguita da un assassino seriale, il che era decisamente un bonus. Quella mattina Cameron mi aveva fatto indossare uno dei suoi maglioni pesanti, che mi arrivava alle ginocchia. Avevo su anche i miei leggings, il cappotto, la sciarpa, i guanti e gli stivali da neve. Ero ridicola, ma stavo al caldo, e mi scaldavo ancora di più correndo tra gli alberi.

Dopo una settimana soltanto, con l’aiuto di Cameron, stavo arrivando a tenergli il passo, nonostante la falcata più lunga della mia, e anche se ero certa che un po’ lo facesse apposta. Ma era un po’ più di dieci anni che camminavo veloce per Chicago, perciò avevo già una certa forza nelle gambe. E quello aiutava. Stavo diventando una runner e quella consapevolezza mi faceva sentire bene ogni volta che lui si voltava e mi sorrideva.

Non ci avventurammo troppo lontano. Cameron mi disse che non voleva mettere troppo alla prova la sua fortuna. Ma mi portò in una radura che si apriva tra gli alberi su un grande lago mozzafiato. Circondata da un fatato panorama invernale, mi godetti il silenzio che ci sommergeva. Era l’illustrazione perfetta per un libro di fiabe, che mi vedeva isolata dal resto del mondo con la sola persona con cui volevo essere.

«Non è tanto male, eh?» mi chiese voltandosi a guardarmi, mentre perlustravo con gli occhi la vista che avevamo di fronte.

«È bellissimo,» risposi trattenendo il fiato per poi incamminarmi su un piccolo pontile.

«C’è una barchetta nel capanno accanto alla casa. L’ho vista l’altra notte quando stavo facendo la griglia. Ti ci riporterò quest’estate e, mentre ti farò fare il giro del lago, tu mi leggerai delle poesie o Jane Austen.»

«Non esagerare, Casanova.»

«Troppo tardi,» ribatté lui guardandomi attentamente. Mi prese la mano e mi attirò a sé. «Non puoi correre troppo con quegli stivali. Non ti fa bene.»

«Lo so. È solo che non volevo interrompere la routine.»

«Sono fiero di te. Non hai nemmeno più l’aria di quella che mi vuole prendere a calci nel sedere, come quando mi sono presentato alla tua porta.»

«Oh, ma lo farei ancora,» gli dissi e ci scambiammo un sorriso.

«Ed è solo l’inizio. Aspetta quando correrai i tuoi primi cinque chilometri,» mi disse facendomi l’occhiolino.

Un’ondata di emozioni mi travolse quando lo guardai.

«Cosa stai pensando?»

Deglutii.

«Okay,» disse scherzoso, «adesso lo devo sapere.»

«Non so come dirlo senza sembrarti Nerd.»

«Abbie, tu mi puoi dire qualsiasi cosa.»

«È solo che…» Feci una smorfia nel tentativo di trattenere il mento dal tremore, ma le lacrime mi salirono agli occhi comunque.

«Piccola, cosa succede?» mi chiese prendendomi il viso tra le mani.

«È un po’ come quando la gente dice di non saper nuotare, e io faccio sempre fatica a crederci perché a me viene così naturale. Alcune persone sono terrorizzate dall’acqua e dire loro di galleggiare è semplicistico. Voglio dire, non è proprio come nuotare, ma passami il paragone. Per qualcuno è un riflesso naturale. Ma stare a galla non è nuotare.»

«Okay,» commentò mordendosi il labbro.

«Okay, quindi, merda.»



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